Page 17 - UOMINI E NO - STAGIONE 2017-2018 - PICCOLO TEATRO MILANO
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MILANO 1944, COMBATTENDO PER LA FELICITÀ
D’altro canto la costante tensione poetica nulla toglie
alla bruciante concentrazione narrativa di alcune
sequenze, di cinematografico dinamismo: come, fra le
altre, l’attacco al Tribunale. La rappresentazione dei
luoghi, cioè di Milano, esalta il contrasto fra storicità e
proiezione metafisica, in uno scenario che lascia
convivere realtà concretissima e drastico irrealismo,
precisione cronachistica e allucinazione conclamata.
La minuziosa collocazione topografica nomina con
precisione luoghi, vie e piazze, come ben mostra la
mappa che trovate qui. Siamo nel centro di Milano, o,
per essere più precisi, nella cerchia dei Bastioni: Porta
Venezia, i Giardini, la Scala, il caffè Cova, Piazza
Cavour, Corso Sempione, Porta Nuova, via Molino delle
Armi, Porta Romana, via Santa Margherita, Corso di
Porta Vittoria, Largo Augusto, e così via. La precisione
topografica non esclude tuttavia la stilizzazione, così
che questa Milano è rigorosamente Milano, ma
funziona al tempo stesso come archetipo di ogni città,
e dunque dei luoghi tutti della comunità degli Uomini:
“era com’è in tutto il mondo”.
Strategicamente, la vicenda comunque non si chiude
con la morte del protagonista, ma con un’azione
partigiana, affidata a un giovane operaio, appena
entrato nei GAP, che continua, idealmente e di fatto, la
missione di Enne 2: risparmiando una prima volta un
giovane soldato tedesco, che gli si rivela in tutta la sua
fragilità di Uomo, ma con la ferma consapevolezza che
in altri momenti sarà impossibile non sparare, perché la
lotta deve proseguire, fino alla Liberazione finale.
(* docente di Letteratura italiana contemporanea,
Università degli Studi di Milano)
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