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DEMETRIO VITTORINI
Leggeva in maniera neutrale. Forse era un simpatizzante
per la resistenza. Forse per i tedeschi. Forse pensava
davvero di andare in Germania. Elio gli si avvicinò:
«Senta, mi serve la sua bicicletta. La mia è di una marca
migliore della sua. Le dispiace se facciamo cambio?».
«È migliore sì, però lei potrebbe averla rubata.» Allora
Elio accettò di rischiare e aprì la scatola che portava sul
portapacchi. «Mi serve la sua bicicletta perché devo
consegnare questo... e ho il tempo contato.» Allora
quell’anonimo operaio gli diede la sua bicicletta e gli
disse anche: «Coraggio!».

da Demetrio Vittorini, Un padre e un figlio, Salvioni,
Bellinzona, 2000.

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