Page 21 - UOMINI E NO - STAGIONE 2017-2018 - PICCOLO TEATRO MILANO
P. 21

UOMINI_E_NO_PROGR_DEF_21_10_15.30.qxp_2011  23/10/17  09:49  Pagina 21



                                                               VITTORINI RACCONTA VITTORINI
                                     preoccupazione di Ginetta per Ferrata. Voleva almeno
                                     una parte dei suoi pensieri.

                                     La guerra
                                     Venne la guerra e prese i contatti con l’antifascismo
                                     clandestino e il partito comunista che ne era il braccio
                                     più attivo e organizzato. Nel giugno 1943 fu inviato in
                                     Sicilia con un misterioso incarico «delicato» di cui non
                                     parlò mai e di cui nessuno in famiglia seppe mai nulla.
                                     Il 9 luglio gli alleati sbarcarono in Sicilia. Il 25 luglio cadde
                                     il fascismo.
                                     Vennero allo scoperto i partiti soppressi dal regime e,
                                     almeno nelle piazze, tornò la discussione politica. La
                                     notte del 26 luglio Vittorini fu arrestato dai carabinieri
                                     insieme a Giansiro Ferrata e Battista Varisco per aver
                                     distribuito manifesti «sovversivi».
                                     «Gli antifascisti li hai messi in prigione...» così dice una
                                     canzone popolare-partigiana dell’epoca, contro
                                     «Badoglio vecchio coglione».
                                     Furono rinchiusi nei sotterranei del palazzo di giustizia.
                                     Ginetta faceva loro visita e portava qualcosa da
                                     mangiare. Il capitano dei carabinieri che comandava la
                                     piazza le disse: «Se cade qui una bomba in cortile, solo
                                     lo spostamento d’aria uccide tutti». In agosto Milano fu
                                     bombardata, ma non il palazzo di giustizia. Venne l’8
                                     settembre. Lo stesso capitano dei carabinieri aprì i
                                     cancelli per liberare Vittorini e gli altri; più tardi partì per la
                                     montagna dove raggiunse i partigiani.
                                     Badoglio e la monarchia facevano un errore dopo l’altro.
                                     Intorno a Roma c’era il meglio dell’esercito italiano.
                                     A Porta S. Paolo un primo attacco tedesco fu respinto.
                                     Ma ai vertici c’era la fuga vergognosa, i tentennamenti,
                                     il crollo.
                                     Da quel settembre 1943 Elio fu nella resistenza attiva.
                                     S’occupò di stampa clandestina e collegamenti.
                                     Un giorno doveva trasportare della dinamite da un punto
                                     all’altro di Milano.
                                     L’aveva in una scatola di legno sul portapacchi della
                                     bicicletta. Gli avevano raccomandato di passare dai
                                     Bastioni a nord-est dove quel giorno non c’erano i posti
                                     di blocco, ma il tempo era essenziale. Il ricevente non
                                     avrebbe potuto attendere più di tre o quattro minuti
                                     all’appuntamento. Arrivato a Porta Garibaldi Elio forò una
                                     gomma. E ora che fare? Non c’era tempo di ripararla.
                                     Ma non si poteva rimandare un sabotaggio o un’azione
                                     partigiana per una gomma forata. Notò un operaio che
                                     teneva una bicicletta per il manubrio e leggeva un
                                     manifesto sulla Porta. Era un manifesto
                                     dell’Organizzazione T.O.D.T., quella che arruolava operai
                                     italiani per l’industria bellica tedesca.


                                                                                 21
   16   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26