Page 14 - UOMINI E NO - STAGIONE 2017-2018 - PICCOLO TEATRO MILANO
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                                     MILANO 1944, COMBATTENDO
                                     PER LA FELICITÀ
                                     di Gianni Turchetta*










                                     A distanza di oltre settant’anni dalla prima uscita,
                                     Uomini e no conserva un fascino conturbante, pieno di
                                     tensioni e ancora capace di mettere in gioco le nostre
                                     emozioni. Anzitutto perché si sente ancora che è un
                                     libro rovente, scritto a ridosso della guerra partigiana,
                                     cui Vittorini partecipò a Milano, nelle file dei GAP.
                                     Nel tempestoso mare magnum delle narrazioni
                                     resistenziali, Uomini e no si è conquistato un primato di
                                     tempestività, visto che la prima edizione (direttamente
                                     in volume) porta la data del 21 giugno 1945. D’altro
                                     canto, la determinatezza storica dei fatti narrati viene
                                     proiettata senza tregua su un orizzonte astorico, etico
                                     ed esistenziale: a cominciare dal titolo stesso.
                                     L’opposizione fra buoni e cattivi è in prima istanza
                                     cristallizzata in un’antitesi esemplare, data la necessità
                                     di fare una scelta di campo senza ombre in una
                                     congiuntura tragica. Ma a ben guardare il romanzo
                                     esclude ogni lettura “buonista” e rassicurante: nella
                                     constatazione che il Non uomo, il Male, lungi
                                     dall’identificarsi semplicisticamente con L’Altro, con il
                                     nemico, si annida dentro ogni Uomo. D’altro canto
                                     Uomini e no mette in campo una serie di
                                     contraddizioni, ponendosi sotto il segno di una
                                     duplicità che ne contrassegna l’originalità, non meno
                                     che il controverso destino critico. Molti interpreti hanno
                                     criticato il troppo spazio dedicato al privato, all’amore
                                     e, peggio, ai tormenti cerebrali dell’intellettuale. Persino
                                     Maria Corti, nella fondamentale Introduzione ai
                                     Meridiani, formula un giudizio durissimo, accusando
                                     Vittorini di non aver saputo scegliere fra storia e
                                     metafisica. Il pubblico però l’ha sempre pensata in un
                                     altro modo: basti pensare che l’ultima edizione (1965,
                                     direttamente negli Oscar) a pochi mesi dall’uscita
                                     poteva già vantarsi di aver raggiunto il “238° migliaio”!
                                     La chiave di volta sta nella convergenza sul
                                     protagonista Enne 2, cioè Naviglio 2, di due linee
                                     narrative: l’amore si mescola con la guerra e la politica,
                                     e più generalmente le vicende collettive con quelle


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