Page 21 - QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2015/2016
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IL PERSONAGGIO SEQUESTRATO
che con la morte dell’essere che la suscita. E questo
sente con chiarezza anche la condannata: «Tu morta mi
vuoi, morta, che non pensi più, che non sogni più!».
È la morte, infatti, che lei avverte nel cuore «come un
galoppo di cavallo, scappato, che a un punto si
schianterà», – sarà la conclusione cui il processo deve
approdare.
Ma non senza che prima, dinanzi agli occhi della
condannata, per una finzione nata dall’estrema forza dei
suoi sogni, non siano cadute appunto le mura di quella
prigione. E sarà ancora il teatro, l’ingenuo e sanguinoso
teatro d’opera, fonte di passioni e di peccati, ad operare il
miracolo. L’apparizione nella mente febbricitante della
donna dell’immagine luminosa, dorata, luccicante di quel
teatro immaginario e a cui dà vita la voce traballante di
una moribonda, di fronte a un pubblico immenso e che
nella realtà e composto soltanto dalle facce pallide e
spaurite dei suoi due bambini, anch’essi prigionieri
innocenti, è di una straordinaria suggestione. I fatti
dell’opera, che è Il Trovatore, il più fosco e allucinato
dramma di Verdi, si confondono con quelli della vita. Altri
personaggi si affacciano alla sua mente. Tre eroi, Raul,
Ernani, Don Alvaro, hanno duellato per conquistarla. Una
notte il padre fu riportato a casa tutto sanguinante e aveva
accanto una specie di zingara. Quella notte si compì il suo
destino. E con questi fatti incredibili e assurdi, affidati al
canto e al ricordo, la prigioniera si avvia alla morte. I due
spettatori incantati, i due bambini, nemmeno essi
riusciranno a capire, trasportati dalla favola di quella
rappresentazione, che la loro madre, caduta per terra alla
fine del dramma, è morta davvero.

(da Giovanni Macchia, Pirandello o la stanza della tortura ,
Mondadori, Milano, 1981)























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