Page 10 - QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2015/2016
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CONVERSAZIONE CON FEDERICO TIEZZI
“divertimento” del giocare, che appartiene al teatro. È un
testo meraviglioso, visionario e strutturato. Ho sentito
l’intima necessità plurilinguistica di questa commedia.
Dovuta alla pluralità di “teatri”, di stili teatrali che vi ho
rintracciato: dal dramma verista, alla commedia, dal
varietà al music-hall, dal teatro epico straniato (definizione,
naturalmente impropria), a quello futurista. E naturalmente
il melodramma italiano, quel Trovatore. Ho ritrovato nel
testo l’applicazione delle ricerche interpretative di
Stanislavskij, di Edward Gordon Craig e di Max Reinhardt.
Vi ho ritrovato il Teatro del Colore di Achille Ricciardi,
regista e teorico futurista: dal pieno al vuoto, dal bianco e
nero al colore. Ho seguito il testo auscultandolo,
letteralmente, interpretandolo nel senso di un vero e
proprio “trattato” dell’arte scenica.
Il linguaggio stesso che ho usato nella scrittura scenica
dello spettacolo ho voluto avesse questa medesima
pluralità di riferimenti.

Che ruolo riveste Pirandello nella tua storia artistica?
È il terzo dramma di Pirandello sul quale lavoro. Non lo
avrei mai immaginato. La voce che mi parlava all’orecchio
da anni era quella di Judith Malina, che una volta mi
raccontò il lavoro che lei e Julian Beck avevano fatto
proprio su questo testo. Ho lavorato anche su I giganti
della montagna e Non si sa come. Pirandello è un autore
che mi è congeniale: grattando la superficie di questi testi,
ho intuito la presenza di un mondo oscuro. Ho lavorato
per far emergere la parte in ombra, nascosta, di queste
opere. Nel lavoro di scavo, essenziali sono state le
indicazioni di Giovanni Macchia. Ma non solo: oltre al
pensiero di Wittgenstein, Pirandello ha a che fare con le
teorie (che lui stesso peraltro disprezzava) di Sigmund
Freud. Eppure l’indagine al contempo logica e oscura,
attinente al profondo, che Pirandello fa, degli esseri umani
e della vita, ha bisogno anche di Freud per essere portata
alla luce. Pirandello mi ha indicato una strada.
Che in futuro mi porterà a Strindberg e a un suo testo
capitale: Il Padre.
Cosa trovo in Pirandello? Il fatto che, come per i testi di
Cechov, posso “auscultare” il dramma, scrutando al suo
interno i segni di una malattia, di una peste misteriosa, di
una notte oscura. Di tutto quello che ci fa “umani”.
Ma che ha trovato nell’opera, nel linguaggio una
possibilità di cura. Forse di guarigione.
Cosa simboleggiano le maschere di coccodrillo
all’inizio del dramma?
Nella commedia, ma direi in tutto Pirandello, è presente il
“lato bestiale” dell’uomo. A volte perfino in alcuni titoli,
come L’uomo, la bestia e la virtù . Anche in Questa sera
sono infiniti i paragoni con lupi, orsi e altre bestie. Avevo
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