Page 3 - MISERICORDIA | PICCOLO TEATRO MILANO
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I lavori di Emma Dante sono la dimostrazione di come il teatro,
il suo in particolare, sia intraducibile, irriducibile alla sola parola
scritta, che cerchi di “spiegare, capire, circoscrivere” l’atto che
accade in palcoscenico. Un regista, un critico, uno scrittore non
Fondazione riusciranno mai a descrivere compiutamente ciò che lo spettacolo
Piccolo Teatro di Milano esprime e, con la durezza della misericordia, comunica.
Teatro d’Europa Alle regie di Emma Dante, ancor più occorre abbandonarsi, senza
porsi il problema di quel che si sia o non si sia “capito”: piuttosto
di ciò che si è “vissuto”, condiviso. Bisogna accoglierli, liberandosi
Stagione 2019/2020 dalla consolatoria, quanto illusoria, propensione a ricondurre
Settantatreesima parole, lingue, corpi, sollecitazioni che ci giungono dal
dalla Fondazione palcoscenico a qualcosa di rassicurante, che abbiamo già
conosciuto, “capito”. Capire equivale, sempre più, a possedere,
Membri Fondatori addomesticare il presente, non ad accogliere ciò che ci cambia,
Comune di Milano durante e dopo ogni spettacolo, e non solo, nel confronto con la
Regione Lombardia complessità e la durezza della realtà. In Misericordia trovo, quasi
paradossalmente, una profonda relazione con un altro lavoro di
Membro Sostenitore Emma che abbiamo prodotto, Bestie di scena – non riducibile a
Camera di Commercio di Milano una “deviazione di fredda riflessione sul teatro”, bensì di
Monza Brianza Lodi misericordiosa rappresentazione dello “scandalo” del mostrarsi
dell’attore – ma anche con un altro testo che abbiamo ospitato
Consiglio Generale per due stagioni, Le sorelle Macaluso. Se in Bestie di scena
Giuseppe Sala l’attore si spoglia e, con un gesto molto forte, rifiuta
Sindaco di Milano l’abito/costume, e con esso l’attitudine stessa al travestimento,
per mimetizzare l’atto del “mostrarsi, del comunicare”, qui Arturo,
Attilio Fontana il ragazzo incapace di conciliare straziante, meraviglioso vitalismo
Presidente Regione Lombardia e corenza di “comportamento”, figlio di un’indecente violenza,
accolto e cresciuto dalle tre donne, pur nella loro indecente
Carlo Sangalli
Presidente miseria, al termine entra in un “costume”, quello che richiama un
Camera di Commercio di Milano burattino/ragazzo. È un umanissimo “distacco” dalla nuova,
Monza Brianza Lodi misericordiosa maternità, dopo un nuovo “parto”, per entrare
nella “sua” vita possibile. Miseri-cordia, miseria e cuore,
letteralmente, e non già solo “compassione”, muovono le tre
Consiglio di Amministrazione nuove madri, anch’esse costrette in una violenta, muta, sorda,
Salvatore Carrubba inascoltata, indecente miseria disumana.
Presidente In Misericordia Emma Dante “scortica” – e anche qui penso a
un’altra sua meravigliosa creazione ospitata sui nostri
Consiglieri
Marco Accornero palcoscenici, La scortecata, tratta da Basile – mostra la realtà,
Marilena Adamo scarnifica le parole per mostrare, condividere, con irrequietezza,
Emanuela Carcano senza l’ipocrisia della “tolleranza”, la scandalosa durezza,
Andrea Cardamone disumanità della realtà della violenza di cui sono vittime, a loro
volta, le tre “madri” prostitute. Lo fa con il linguaggio, con le lingue
Angelo Crespi
che dicono, non “spiegano”, ma mostrano, smuovono lo
spettatore, attraverso il potente esercizio del teatro: andare oltre,
Collegio dei Revisori dei Conti
avventurarsi nello “sconosciuto”, nel nascosto, negato, in ciò che
Ruggero Conti parrebbe non poter trovare rassicurante spazio nelle convenzioni/
Presidente convinzioni del palcoscenico, della platea, di un racconto.
Da qui i suoi personaggi, i loro corpi, le loro parole/suoni traggono
Revisori dei Conti
Maurizio Lombardi la straordinaria forza, l’energia, la passione con la quale investono
lo spettatore, disgregandone resistenze, certezze. Durante le
Giacomo Previtali
prove, Emma mi ha detto di Misericordia come di una “creaturina”
in gestazione, un esserino tenero e fragile, ma irrefrenabile forza
Direttore
Sergio Escobar vitalistica che conquista forma di bambino, tra disperata,
misericordiosa, immonda violenza. La stessa inimmaginabile,
irragionevole, inspiegabile forza di un improbabile spazio che un
Consulente artistico filo d’erba si conquista, capace di bucare la durezza dell’asfalto di
Stefano Massini
uno squallido marciapiede di solitudine, di disumanità.
Direttore Scuola di Teatro
Luca Ronconi Sergio Escobar
Direttore Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Carmelo Rifici
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