Page 21 - PICCOLO TEATRO MILANO - FREUD
P. 21

LA VIENNA DI FREUD
                               all’interno. Artisti e letterati abbandonano la sfera pubblica
                               e sociologica per volgersi alla sfera privata e psicologica.
                               Dallo studio della superficie, di ciò che si vede, allo studio
                               di ciò che si nasconde dietro la superficie, di ciò che non
                               si vede. Nella Vienna di fine secolo arte e scienza iniziano
                               a dialogare. Contemporaneamente a Freud, che scopre la
                               natura largamente irrazionale della mente e le motivazioni
                               inconsce dell’agire umano, nell’arte, nella letteratura e
                               nella musica si esplorano nuove forme per penetrare nella
                               natura istintuale e irrazionale dell’uomo, scoprire e
                               indagare nuovi aspetti della vita mentale. Incrinata la
                               razionalità ottocentesca, la sfiducia nel mondo e nella vita
                               attiva provoca una svolta comune verso l’introspezione e
                               l’inconscio. Klimt, che in origine era un pittore “ufficiale”
                               piuttosto convenzionale, nel 1888 dipinge un quadro
                               emblematico. Incaricato di immortalare l’ultima
                               rappresentazione al Burgtheater che doveva essere
                               demolito e sostituito da una struttura moderna, invece
       Fotografia di Marie Bonaparte
       (cfr. nota a pag. 14) con dedica   di riprodurre una veduta del palcoscenico dipinse gli
       “Al professor Freud/In ricordo/1925-
       26/Marie Bonaparte”.    spettatori visti dal palco, immersi nei loro pensieri, come
       © Freud Museum London.  se la vera recita di Vienna fosse non sul palco ma nella
                               mente dello spettatore.
                               Il clima culturale viennese era tale da favorire una sorta
                               di fascinazione nei confronti sia della malattia mentale sia
                               delle problematiche sessuali. L’Università, grazie
                               all’afflusso di studiosi e scienziati da tutte le parti
                               dell’Impero, divenne una grande università di ricerca.
                               Giovani artisti e letterati frequentano i corsi di biologia
                               e presenziano alle autopsie nelle aule di anatomia della
                               facoltà di medicina dove aveva insegnato Krafft-Ebing,
                               autore della Psychopathia sexualis, pubblicata nel 1886,
                               il primo tentativo di studio sistematico dei comportamenti
                               sessuali devianti nel quale vengono analizzati circa 500
                               casi clinici. Mentre Freud, studiando l’isteria, smaschera
                               senza giudizi moralistici il perbenismo ipocrita della
                               società, che negava e reprimeva la sessualità femminile,
                               nel 1897 Klimt, insieme a un gruppo di artisti viennesi,
                               si stacca dall’ufficialità della Künstlerhaus e
                               dall’Accademia di Belle Arti di Vienna per dare vita alla
                               secessione viennese, la Neue Secession, e inaugurare il
                               nuovo stile, versione austriaca dell’Art Nouveau.
                               Dominato dal pensiero ossessivo dell’eros, della morte,
                               dell’isteria, Klimt, in migliaia di disegni, ritrasse la
                               sessualità femminile senza alcun moralismo, come un
                               elemento naturale della vita. Qualche anno dopo,
                               comprendendo che la bidimensionalità dava all’immagine
                               una dimensione atemporale (come atemporale è
                               l’inconscio), ispirandosi all’arte bizantina abbandonò il
                               realismo tradizionale e rappresentò la profondità della
                               psiche umana su una superficie piana, bidimensionale.
                               Un critico ostile nel 1902 lo definì il pittore dell’inconscio.

                                                                            21
   16   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26